martedì 6 settembre 2011

Piccole Mistress scrivono.

Si alzò dal letto avvicinandosi allo specchio e ciò che vide fu un corpo diafano, appena accarezzato dal debole sole che entrava dalla piccola finestra ormai annerita dal fumo del camino acceso durante il giorno.
I capelli le cadevano sulle spalle e coprivano i seni arrivando fin sotto i fianchi, erano capelli rossi di un tono uguale a quello dei tramonti estivi che vanno a morire nell'orizzonte dei campi di spighe dorate.
Quel pezzo di vetro invecchiato dall'aria salmastra ormai mostrava soltanto l'immagine di una donna affranta e consumata dagli anni passati in quella casa austera all'ultimo piano di fronte al porto, era proprio da quella finestra che passava ore e ore della giornata a rimirare le navi che si perdevano nell'orizzonte con i loro pontili avvolti dal fumo del carbone che ingrigiva il cielo e copriva il sole che ormai sembrava sparire in quella mattina d'inverno.
L'aria gelida faceva ondeggiare le ciocche ondulate rossastre, e il naso ormai gelato era quasi dello stesso tono.
Si girò ed osservò il vecchio letto di un colore scuro che s'intonava al resto della stanza, ormai malridotta dal passare degli anni, e che portava i segni degli innumerevoli tarli che rendevano il suo aspetto ancora più sgradevole.
La coperta di lana copriva in parte il corpo di lui, si avvicinò per poter vederne meglio il volto e notò, forse per la prima volta, quanto le sue spalle fossero larghe e la sua schiena forte, temprata dagli sforzi del lavoro che aveva giù al porto come scaritore di navi.
La sua pelle ricoperta di lentiggini color miele era candida come il latte, i capelli dorati accarezzavano il suo viso e lei non potè fare a meno di immaginare che i suoi occhi chiusi e addormentati fossero invece aperti e fissi su di lei, con quello sguardo romantico e dolce che solo lui aveva.
Così profondi, come le aque del porto nei mesi estivi, brillanti e attraversati dai raggi del sole, si era innamorata di lui proprio grazie a quell' espressione così docile e triste ch' aveva un tempo.
Scostò la coperta per poter accarezzare quel corpo attraversato dai brividi e baciare la pelle visibilmente raffreddata dal vento, ma lui spalancò gli occhi di scatto e in un attimo la strinse a sè socchiudendo le sue labbra in un bacio romantico e salato....
Le dita di lui sfioravano le sue guance ormai arrossate dallo stupore e con gli occhi aperti cercava di leggere nei suoi i sentimenti che stava provando in quel momento così audace.
Le braccia di lei distese lungo i fianchi erano immobili e paralizzate dallo stupore e il cuore batteva così forte che poteva sentirlo rimbombare nella testa svuotata dai pensieri, l'alito caldo di lui invadeva la sua bocca morbida e le labbra umide si sfioravano appena quasi volessero imitare una coppia danzante sotto le stelle in un lento ballo romantico.
Sebastian le mise una mano dietro la schiena e la sollevò da terra prima che le sue gambe potessero cedere, il corpo di Tempest tremava non per il freddo ma per la forte emozione mai provata prima e i loro sguardi continuavano ad incrociarsi come se quello fosse stato il loro ultimo addio.
Dai suoi occhi scorrevano lacrime tiepide e cristalline che inumidivano il cuscino, ed erano lacrime di gioia che ella provava mentre il corpo di lui la sfiorava appena, chiudendosi in un abbraccio protettivo, non servivano parole per dirle che lui non sarebbe mai andato via e che l'avrebbe sempre tenuta nel suo cuore, nemmeno a lei serviva intonare tutte le più belle parole d'amore con la sua voce argentea, bastavano quegli sguardi e quelle dita che si intrecciavano per dimostrare ciò che sentivano l'uno per l'altra...




Questa forse non è la storia vera ma comunque si tratta della mia personale interpretazione del capolavoro Amore e Psiche di Canova, per una volta questi giovani sono una normalissima coppia come potreste essere voi, miei cari lettori.
Spero che vi piaccia e che vi siate emozionati anche voi perchè anche una Mistress può far vagare la sua immaginazione di tanto in tanto....

XOXO Widow Dominatrix.

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